Situata nel quartiere di Ménilmontant a Parigi, la libreria Le Monte-en-l’air ha sempre rivendicato un impegno politico e sociale. Le manifestazioni degli ultimi giorni non hanno fatto eccezione, al punto da chiudere la libreria per andare a sfilare durante il corteo del 24 marzo. E, secondo quanto dichiarato dalla libreria, una delle colleghe è stata arrestata «mentre stava manifestando pacificamente».
Dal momento in cui si è appreso della detenzione di Camille, è stata una rivolta: da Facebook, Le Monte-en-l’air ha lanciato appelli per sostenere la collega, «arrestata dalla polizia sui Grands Boulevards». Per prima cosa è stata organizzata una manifestazione per il 25 marzo: a partire dalle 8 del mattino, l’appello era di riunirsi davanti al commissariato del 1° arrondissement.
Il Book Bloc è stato organizzato per mostrare solidarietà. Questo metodo consiste nell’utilizzare i libri come scudo, ad esempio quando la stupidità supera la comprensione. Ma designa anche un collettivo, l’Assemblea Generale dei Mestieri del Libro.
La manifestazione è stata seguita da un comunicato stampa, in cui si denunciavano «gli abusi della polizia e della magistratura». Con molti dettagli sulle circostanze dell’arresto.
«Camille stava manifestando contro la “riforma” delle pensioni. Trascinata per diversi metri, ammanettata quando era caduta a terra, è stata sottoposta, oltre che alla brutalità della polizia, a vessazioni giudiziarie quando avrebbe già dovuto essere rilasciata», scrive l’Assemblea Generale dei Mestieri del Libro.
Nel frattempo, il collettivo ha appreso che la libraia è stata deferita al Tribunal de Grande Instance. È stato organizzato una nuova protesta, nella piazza di fronte al tribunale con le seguenti parole: «condanniamo con forza queste pratiche autoritarie e la repressione per spezzare il movimento, non ci faremo intimidire».
Le autorità hanno formulato diversi capi d’accusa che giustificavano il prolungamento della detenzione da parte della polizia: «Rifiuto di prendere le impronte digitali, rifiuto di fornire il proprio numero telefonico, partecipazione ad atti di violenza e danneggiamento e partecipazione a una manifestazione con il volto nascosto».
Secondo i suoi avvocati, nel fascicolo non c’era nulla che impedisse la sua assoluzione.
L’udienza pubblica si è svolta il 27 marzo e il sostegno dei manifestanti non è venuto meno. Come previsto, la libraia è stato assolta, senza ulteriori accuse.
Secondo Le Monde, un vizio di forma nel verbale di arresto ha portato all’archiviazione del caso. In assenza di video che potessero provare gli atti di violenza di cui era accusata, la libraia è stata scagionata. Tra gli applausi dei presenti in aula.