Oltre alle frequenti polemiche che spesso accompagnano l’annuale Festival Internazionale del Fumetto di Angoulême, il cosiddetto “affaire 9e Art+”, nato da un’inchiesta del quotidiano L’Humanité, si sta trasformando in una vera e propria crisi.
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Sembra infatti che la società privata che organizza l’evento, in collaborazione con l’associazione che le ha delegato tale compito, abbia presentato un progetto di fusione volto a garantire l’organizzazione del FIBD “ad vitam”.
Lo scorso gennaio, a pochi giorni dall’inaugurazione del Festival, L’Humanité pubblicava un’approfondita inchiesta sull’evento, il più importante appuntamento francese dedicato alla Nona Arte. L’articolo metteva in luce le difficoltà finanziarie, la presenza di sponsor quantomeno discutibili, ma anche una gestione definita “tossica” e “orientamenti sempre più mercantili”.
L’inchiesta tornava anche su una presunta violenza sessuale avvenuta nel gennaio 2024, durante il festival, di cui sarebbe stata vittima un’ex responsabile della comunicazione del FIBD. Sembra che la direzione le avesse contestato dei “comportamenti inammissibili”, per poi licenziarla per “grave inadempienza”.
Franck Bondoux, fondatore e direttore di 9e Art+, la società organizzatrice del festival, aveva respinto tutte le accuse. “Le difficoltà che possono essere sorte in questo ambito, in vent’anni, si sono rivelate molto marginali. Le ragioni per cui una persona può incontrare problemi nel suo lavoro possono dipendere da molteplici fattori, anche di ordine personale, che è sempre difficile valutare”, aveva risposto in merito alle relazioni con i dipendenti.
L’inchiesta ha suscitato numerose reazioni, e non certo di poco conto. Molte organizzazioni di autori, dal Syndicat national des auteurs et des compositeurs al Conseil permanent des écrivains, passando per la Ligue des auteurs professionnels, hanno espresso forti critiche nei confronti di 9e Art+. Anche il Syndicat des éditeurs alternatifs si era fatto sentire e, cosa più sorprendente, persino gli editori di fumetti del Syndicat national de l’édition.
Infine, lo stesso Ministero della Cultura si era detto “particolarmente preoccupato” e, all’inizio di febbraio, aveva dichiarato di prendere “molto sul serio i diversi malfunzionamenti del Festival internazionale della bande dessinée di Angoulême di cui la stampa si è recentemente fatta eco”.
La polemica è scoppiata in un momento delicato per la società 9e Art+, che cura l’organizzazione del festival dal 2007 grazie a una delega concessa dall’Association du FIBD. Il contratto che lega queste due entità avrebbe potuto essere rescisso dalla seconda nel 2025, ma Delphine Groux, presidente della struttura associativa, non sembrava affatto intenzionata a percorrere questa strada.
Nel dicembre 2024, prima della polemica scoppiata a gennaio, aveva infatti dichiarato che l’operato di 9e Art+ era “un successo obiettivo”. “Nell’ambiente in continua evoluzione e dai contorni incerti, abbiamo bisogno di stabilità e non desideriamo indebolire il Festival. Siamo i custodi del tempio. Non stiamo quindi prendendo in considerazione candidature”, aveva inoltre affermato.
Il quotidiano Libération ha raccontato di un incontro avvenuto il 18 marzo scorso tra 9e Art+, l’Association du FIBD e gli editori di fumetti del Syndicat national de l’édition. In quella serata, Franck Bondoux avrebbe presentato un progetto di fusione della sua società con la struttura associativa, il che garantirebbe “nessuna messa in concorrenza né progetto alternativo”, come riporta il quotidiano.
Alcuni interlocutori di Libération avrebbero parlato di una “rapina totale”, di un “furto inaccettabile”, mentre Olivier Bron, presidente del Syndicat des éditeurs alternatifs e cofondatore delle edizioni 2042, vi vede “il superamento di una linea rossa”. All’interno del Syndicat national de l’édition, gli editori di fumetti sarebbero divisi tra il boicottaggio o meno, il sostegno a un bando di gara o meno.
Secondo Libération, Delcourt, Sarbacane, Dargaud e Dupuis sarebbero in prima linea nella protesta, mentre Glénat e Casterman sarebbero invece favorevoli a una non-interferenza.
L’Association pour le développement de la bande dessinée à Angoulême (ADBDA), che dal 2017 riunisce l’organizzazione del FIBD, gli enti pubblici e le organizzazioni professionali interessate per una concertazione sulla governance del festival, avrebbe interrogato Franck Bondoux sul suo progetto, che lui avrebbe ridimensionato a “un pallone sonda”, secondo l’espressione del quotidiano.
Delphine Groux, da parte sua, ha dichiarato a La Charente Libre che il contratto con 9e Art+ sarà effettivamente rescisso, ma senza per questo prevedere un bando di gara.