Nel 2020 il mercato del fumetto in Francia ha segnato numeri record (come anche in Italia) e il 2021 non è stato da meno, favorito anche dalla presenza del nuovo volume di Astérix, il best-seller per eccellenza.
Ma a fronte di questa abbuffata alcuni editori gettano «inspiegabilmente» la spugna: Vide Cocagne, un piccolo editore di Nantes in attività da una decina di anni con 80 titoli a catalogo, annuncia la chiusura entro la fine del 2022, denunciando non la bancarotta o il fallimento, bensì un meccanismo editoriale perverso che macina decine di migliaia di titoli ogni anno. Thierry Bedouet e Fabien Grolleau erano nel «business» per piacere, ma il piacere non abita più qui.
Denuncia simile da parte di Éditions Rackham che, fondata nel 1989, ha in catalogo autori del calibro di Frank Miller.
L’editore ha annunciato su facebook che la casa editrice si prende un anno sabbatico: nessuna novità per il 2022. La riflessione è più ampia e circostanziata e abbraccia tutta la filiera del libro. «Nel 2021 le cose sono andate molto bene», si legge sul profilo facebook di Rackham, «ma l’ecologia del settore è allarmante. L’accelerazione della velocità di rotazione dettata dalla sovrapproduzione riduce a poche settimane la presenza fisica nelle librerie di un numero sempre crescente di libri. Pochi mesi dopo la loro uscita, i libri vengono restituiti massicciamente (i tassi di restituzione oscillano tra il 40 e il 60% delle vendite) e da allora in poi mai più, o quasi, riforniti».
Il settore, in sostanza vive una ubriacatura tale, secondo Rackham, che è impensabile continuare ad affidarsi alla buona volontà di un pugno di librai indipendenti, oltretutto schiacciati da costi sempre più elevati e margini sempre più risicati.
Quale sia la soluzione non si sa, ma nel dubbio Rackham blocca la produzione e inizia la riflessione.