Last updated on 31 Dicembre 2022
Questa settimana il mondo del fumetto francese è stato violentemente scosso da una polemica che ha visto protagonista il noto fumettista Bastien Vivès. Al centro di accuse lanciate sia da associazioni contro la violenza sui minori che da circoli femministi, la mostra che lo vedeva protagonista durante il FIBD di Angoulême (Festival International de la Bande Dessinèe) è stata cancellata. Ufficialmente per motivi di sicurezza e ordine pubblico.
Oggi è il turno di Vivès di dire la sua, e ha preso parola su Instagram, l’unico social media che utilizza dopo aver abbandonato sia Facebook che Twitter, pubblicando un lungo messaggio in cui si dice estraneo alla cultura della pedofilia e dell’incesto (queste erano principalmente le accuse che gli venivano rivolte) e si scusa per interventi fatti negli anni passati su Facebook e Twitter, anch’essi al centro delle polemiche.
Questo il testo completo, tradotto in italiano:
Condanno la pedocriminalità e la sua glorificazione e banalizzazione. Condanno la cultura dello stupro e la violenza contro le donne. Desidero esprimere la mia sincera solidarietà alle vittime di incesto e di altri abusi sessuali. In nessun caso i miei libri devono essere letti alla luce di un compiacimento nei confronti di questi crimini.
Il mio lavoro è vario. Per chi non mi ha mai letto, la maggior parte dei miei libri parla della nascita dell’amore e del desiderio. Questo è l’argomento che mi ispira di più. I miei quattro libri cosiddetti “pornografici” sono venduti nelle librerie in blister, con un’avvertenza e un divieto per i minori di 18 anni. Fanno parte di un genere umoristico burlesco. A volte ho usato questo tono provocatorio, in modo maldestro, nelle mie interviste. A volte si dice che non ho filtri, ma in nessun momento ho voluto ferire le vittime di crimini e abusi sessuali. E vorrei ovviamente scusarmi con queste persone se le mie parole le hanno offese.
La mia presenza sui social network era spesso infantile. A volte lo usavo come modo per sfogare la mia rabbia. Mi pento sinceramente di alcune cose che ho detto, soprattutto quelle contro la vignettista Emma pubblicate sulla mia bacheca di Facebook, alla quale vorrei chiedere scusa. È stato gratuitamente violento, irrispettoso e soprattutto indegno. Ho lasciato Facebook e Twitter qualche tempo dopo.
Più recentemente, uno dei miei post su Instagram ha provocato reazioni che non volevo. Mi sono preso la responsabilità di cancellarlo e di scusarmi.
La mostra di Angoulême non trattava questi temi controversi, che non definiscono in alcun modo la totalità del mio lavoro. Tutto era stato pensato e ponderato, tenendo conto dei vincoli di un evento come il Festival Internazionale del Fumetto.